BACC | IL FINISSAGE - domenica 25 gennaio ore 17,30
BACC veduta delle Scuderie Aldobrandini -- ph Mario Cozzi
LA CERAMICA ALTROVE
BACC | BIENNALE D’ARTE CERAMICA CONTEMPORANEA – 2014
SCUDERIE ALDOBRANDINI | FRASCATI - ROMA
Piazza Guglielmo Marconi, 6 - Frascati Roma
Opere di: Gianni Asdrubali, Lucilla Catania, Giuseppe Ducrot, Andrea Fogli, Iginio Iurilli, Felice Levini, Oliviero Rainaldi e Michele Giangrande, Claudia Giannuli, Davide Monaldi,Sabine Pagliarulo, Bianca Susy Piva, Tiziana Rivoni, Mara Van Wees.
LA CERAMICA ALTROVE, curata da Jasmine Pignatelli con la collaborazione di Sandro Conte è una mostra per lettori senza preconcetti, per osservatori che amano una scultura che non si arrende all’equivoco che il materiale suscita e che rifiuta qualsiasi etichettatura. Questa mostra vuol dimostrare non solo con le opere, ma anche con contributi critici in catalogo di esponenti del mondo dell’arte del giornalismo e della ceramica, che punti di contatto tra arte a tutto tondo e ceramica sono possibili.
Catalogo edizioni CONDESIGN
con il patrocinio di
Comune di Frascati, MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, Casa dell'Architettura Roma, Museo Gianetti Saronno
In collaborazione con
Bottega Gatti Faenza, Sinopia Galleria Roma, Cer Roma, Cibas Impasti
media partner
Il sito dell'Arte, La ceramica Moderna e Antica, La ceramica in Italia e nel mondo, Linkarte
14 artisti per BACC
di
Jasmine Pignatelli
Con
la sua ricognizione biennale BACC propone di rendere sempre più evidente
l’evoluzione della ceramica da materia erroneamente considerata dominio
dell’artigianato a medium espressivo dei nuovi linguaggi dell’arte.
Nell’intento
di analizzare i diversi approcci di metodo e di lettura a questa materia è
stato presentato un esperimento espositivo che affianca due generazioni di artisti e non solo.
Questa nuova edizione dal
titolo LA CERAMICA ALTROVE pur rivolgendosi
al mondo dei ceramisti, mette in mostra e in relazione dialettica anche la
ceramica di artisti affermati e conosciuti soprattutto per altri materiali,
storie e percorsi, che in alcune fasi del loro lavoro sono stati sollecitati e
ispirati da questa materia con il risultato di aver contribuito a rendere la
scultura ceramica una realtà in
espansione.
Dagli
incontri e dalle riunioni che si sono tenuti in questo biennio di preparazione
è stata lanciata provocatoriamente la necessità di definire il concetto di scultura in ceramica. Domanda rivolta
non solo ai giovani, ma anche a figure del mondo dell’arte, artisti affermati,
galleristi. La risposta è stata univoca e compatta! Al cospetto di un’opera di
Rainaldi, Asdrubali o Fogli, come anche di Paladino, Ontani, Fioroni tra i
tanti (che registrano nel loro percorso artistico anche opere in ceramica), non
ci saremmo mai soffermati sulla questione del materiale, della
tecnica e dell’esecuzione. Questo è un concetto chiaro tra gli artisti, ma non
poi così chiaro quando ci confrontiamo con il grande pubblico o con le riviste
del mondo dell’arte. Esiste un immotivato pregiudizio sulla percezione e lo sviluppo
di questo materiale che BACC ha l’ambizione di risolvere. BACC ha così raccolto
il senso di queste considerazioni e ha creato le condizioni per un confronto
dialettico con artisti che vantano un percorso solido e affermato, e che non
hanno mai dovuto misurarsi con le questioni di metodo e di materiale per la
classificazione delle loro opere. Artisti che hanno avuto approcci e “contatti”
di diversa natura con la materia fittile, artisti quindi neanche troppo adatti
a rappresentare una “Biennale di Ceramica”. E così sono sati individuati nomi
al di fuori di quello che è il “mondo della ceramica” raccontato da BACC: Gianni
Asdrubali, Lucilla Catania, Giuseppe Ducrot, Andrea Fogli, Iginio Iurilli,
Felice Levini, Oliviero Rainaldi. Anche Michele
Giangrande se non per generazione, per questioni di metodo può rientrare a
pieno titolo tra coloro che hanno un approccio distante e fluido con la
materia. Questi artisti hanno raccolto l’invito e si sono messi al servizio
dell’iniziativa e delle questioni sollevate prestando la loro opera al progetto
e diventando tutori, difensori di una scultura che non vuole alcuna
classificazione di materia. Le nuove leve o giovani promesse dalla forte
personalità, che non temono confronti e che hanno ispirato questa edizione di
BACC sono Davide Monaldi, Claudia Giannuli, Sabine Pagliarulo, Bianca
Susy Piva, Tiziana Rivoni e Mara van Wees.
Questa mostra vuol
dimostrare non solo con le opere, ma anche con contributi critici e
dichiarazioni di esponenti del mondo dell’arte del giornalismo e della ceramica,
che punti di contatto tra arte a tutto tondo
e ceramica sono possibili. Rainaldi
per anni ha costruito da sé i forni a legna e la profonda conoscenza della
materia è complice della totale astrazione delle sue figure; Catania ha maturato i suoi primi approcci
con la scultura attraverso la terracotta, oggi ampiamente entrata di diritto
nel suo linguaggio; Fogli, ne ha
tanto confidenza che ne fa un uso spregiudicato lasciandola cruda o viva. Asdrubali dal suo rapporto recente con
questa materia ha colto nel potenziale degli smalti (luce, consistenza e segno)
una suggestione profonda capace di influenzare e contagiare la sua pittura. Iurilli è un narratore ironico e
sperimentatore senza soste che interviene sulla terracotta con pigmenti, colori
ad olio e polveri di quarzo. Ducrot modella l’argilla, scolpisce il
marmo e lavora il bronzo con una sintesi culturale e concettuale che rilancia provocatoriamente
a linguaggi contemporanei. Con il mimetismo, la transitorietà e la
performance, vicino alla body art per il suo modo di rappresentarsi, Levini
trova nella materia ceramica terreno fertile per le sue associazioni ironiche. Giangrande è artista versatile che
punta tutto sul segno e sull’arcaico, mentre Monaldi, disegnatore di grande talento, è fedele alla ceramica per
sviluppare i suoi “bizzarri capricci”. Van
Wees ha il senso della costruzione che mette costantemente in discussione
creando un universo in bilico. Pagliarulo è lirica e poetica. E’
composto di dimensioni oniriche e ancestrali l’universo di Piva mentre l’opera di Rivoni
è un lavoro sulla fisicità in bilico tra memoria e contemporaneità. Giannuli mette in scena le
contraddizioni e le inquietudini dell’universo femminile, soggetto a una cruda
realtà domestica e sociale.