Jimmie Durham. Venice: Objects, Work and Tourism
Fino al 20 Settembre 2015
Venezia – Fondazione Querini Stampalia
a cura di Chiara Bertola
Venezia – Fondazione Querini Stampalia
a cura di Chiara Bertola
Jimmie Durham- Kassel 1992 stephan reusse
Comunicato Stampa: Sembra che al mondo non ci sia città senza un teatro “Rialto” e altrettanto frequenti sono i locali notturni o i cabaret denominati “Lido”. È come se Venezia simboleggiasse qualcosa di importante che ha a che fare con la bella vita. Da trecento anni questo porto italiano è un indiscusso polo di attrazione nel circuito turistico europeo, l’apice del cosiddetto Grand Tour. Oggi questo si traduce in un flusso quotidiano di migliaia di croceristi, a cui si aggiungono i tantissimi che arrivano in aereo – turisti che magari arrivano per mezza giornata – per i quali Venezia è solo un pit-stop nella loro versione moderna del Grand Tour.
Per far spazio a navi sempre più enormi si scavano canali sempre più grandi e profondi e da trentacinque anni si sente ripetere lo stesso discorso: l’aumento costante del flusso dei turisti sta distruggendo Venezia. Passano gli anni, ma questa lamentela non perde il suo accento di verità malgrado i turisti siano anche uno dei principali motori per l’economia cittadina.
L’esperienza del turista stereotipato resta un bersaglio facile per la satira. I turisti sono considerati un fenomeno strano e il modo in cui vengono sminuiti e presi in giro non riconosce il vero oggetto del loro desiderio: cogliere una parte intrinseca del sapere e dell’esperienza culturale. Allo stesso tempo, anche il mondo culturale e intellettuale europeo converge sempre più sulla travagliata Venezia. Secondo Jimmie Durham “curatori, architetti, registi e artisti vanno in pellegrinaggio a vedere le Biennali. Questo significa che il pensiero intellettuale europeo non può essere separato dal turismo europeo, né dall’oggetto creato dall’uomo.”
Inoltre, continua Durham, “turisti e intellettuali europei condividono, di Venezia, una visione romantica che cancella la realtà viva dei lavoratori veneziani, i quali ricreano in continuazione la città , le impediscono di andare in rovina, le ridanno forma sotto gli occhi di tutti.”
Quattro anni fa, Jimmie Durham fu invitato dalla Fondazione Querini Stampalia a lavorare ad un progetto su Venezia. Cominciò parlando alle persone di Venezia e dintorni che lavoravano come carpentieri, maestri vetrai, battiloro o intagliatori e con persone che lavoravano nei ristoranti o ricoprivano cariche amministrative. Parlò con lavoratori di tutti i tipi e ne raccolse le storie. Scoprì che molti di loro venivano da paesi come il Senegal, la Tunisia e il Bangladesh e che preferivano restare un elemento invisibile dell’economia locale.
Quattro anni fa, Jimmie Durham fu invitato dalla Fondazione Querini Stampalia a lavorare ad un progetto su Venezia. Cominciò parlando alle persone di Venezia e dintorni che lavoravano come carpentieri, maestri vetrai, battiloro o intagliatori e con persone che lavoravano nei ristoranti o ricoprivano cariche amministrative. Parlò con lavoratori di tutti i tipi e ne raccolse le storie. Scoprì che molti di loro venivano da paesi come il Senegal, la Tunisia e il Bangladesh e che preferivano restare un elemento invisibile dell’economia locale.
Nel maggio 2015, durante la 56esima Biennale di Venezia, Durham presenterà Venice: Objects, Work and Tourism. L’installazione fatta nello Spazio Carlo Scarpa della Fondazione Querini Stampalia sarà costituita da oggetti nuovi, frutto di combinazioni inattese: pezzi di vetro raccolti nel corso di anni accanto a vernici dalle tinte vivaci, mattoni veneziani vecchi di trecento anni accanto a elementi tratti dall’industria turistica e dal quotidiano commercio di Venezia. Un’opera non pensata come un monumento, ma piuttosto come un veicolo di dialogo, capace di cogliere la complessa mescolanza di queste idee: il turismo, l’immaginario sociale di Venezia, il lavoro e l’oggetto artigianale.
La mostra sarà accompagnata da un libro d’artista concepito come parte integrante di un unico progetto. Durham ha composto questo libro con testi e immagini – oggetti che ha raccolto, immagini di persone e scene veneziane – e vi ha racchiuso la sua analisi dei legami tra il settore turistico, le storie dei lavoratori veneziani e la storia della città . Per Durham, “Venezia è l’incarnazione di questa confluenza: un luogo in cui l’oggetto diventa la pietra angolare della vita culturale e intellettuale e luogo dove questo simbolo apparentemente statico della cultura e dell’intellettualità viene continuamente modellato e perfezionato attraverso la manipolazione ed il lavoro di tutti i giorni.“
Il progetto sarà presentato in occasione della 56esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
L’artista Jimmie Durham, nato negli Stati Uniti d’America nel 1940 è artista visivo, saggista e poeta fin dai primi anni Sessanta. Dal 1969 studia arte alla Scuola di Belle Arti di Ginevra. Negli anni Settanta è stato attivista politico di primo piano nell’American Indian Movement, fondatore dell’International Indian Treaty Council e rappresentante presso le Nazioni Unite. Le opere di Durham spesso, ma non esclusivamente, sfidano l’idea di architettura, monumentalità e narrazione dell’identità nazionale, decostruendo gli stereotipi e i pregiudizi su cui si basa la cultura occidentale. Durham ha partecipato a numerose esposizioni internazionali quali Documenta (1992, 2012), Whitney Bienniale di New York (1993, 2003, 2014), La Biennale di Venezia (1999, 2001, 2003, 2005, 2013) e a numerose mostre in differenti musei quali Ludwig Museum di Cologna, ICA di Londra, Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, Madre di Napoli. Retrospettive della sua opera sono state presentate al MuHKA di Anversa (2012) e al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (2009). Nel 2013 Jimmie Durham è stato padrino della nona edizione del Premio Furla per l’arte per cui ha ideato l’immagine grafica Add Fire.
Enti promotori:
Fondazione Querini Stampalia, Venezia Krimanzutto, Città del Messico
Telefono per informazioni: +39 041 2711411
E-Mail info: artecontemporanea@querinistampalia.org