“L’arma della memoria” per costruire la verità. Paolo Mieli al Teatro Traetta di Bitonto presenta il suo ultimo libro.
“L’arma della memoria” per costruire la verità.
Paolo Mieli al Teatro
Traetta di Bitonto presenta il suo
ultimo libro.
Sabato 30 gennaio Paolo Mieli, presso il Teatro Traetta di Bitonto, ha presentato il suo libro “ L’arma della memoria. Contro
la reinvenzione del passato”, edito
da Rizzoli. Una lectio magistralis priva
di retorica, promossa dall'European Language School,
inserito nel ciclo di eventi della IV edizione di “MEMENTO”, il progetto del COMUNE
DI BITONTO ideato per celebrare il Giorno
della Memoria e il Giorno del Ricordo delle foibe con un'estensione a tutti i genocidi e alle
tragedie della storia. “Non esiste una
verità definitiva, la verità si costruisce attraverso il dubbio” , ha esordito così il giornalista e storico di origine
ebraica, penna e mente eccelsa nel panorama culturale italiano, già direttore
di “La stampa” e “Corriere della Sera”, dal 2009 presidente dell’ Rcs Libri. Stefano Costantini, caporedattore di Repubblica Bari , ha
dialogato con l’autore mostrando la
gratitudine e la soggezione di chi è
consapevole di essere di fronte a una pietra miliare del giornalismo
contemporaneo. Un’ammirazione rimarcata
dalle parole del sindaco Michele Abbaticchio che ne apprezza “la cristallina onestà intellettuale sfidando anche le linee editoriali “ . Al
centro della sua disamina l’importanza del non fermarsi alle “verità rivelate” e per questo posticce, ma di assumere, nei
confronti del passato, un approccio critico e problematico. Il suo libro vuole essere “un
antidoto al veleno della menzogna”. Con parlare serafico e deciso, Paolo
Mieli ha snocciolato una serie di esempi di
servilismo e celebrazione dei vincitori, di una
Storia a uso del nuovo regime dimentica del passato - I partigiani durante la II Guerra
Mondiale in Italia rappresentavano
appena il 5% della clandestinità contraria al regime, fenomeno che, tra
l’altro, si sviluppò solo dopo lo sbarco degli americani in Italia nel 43’, a
differenza della Francia in cui l Resistenza nacque già dal 40’, ma alla fine del Conflitto tutti
si dichiararono tali - o ancora - Nel
1853, in pieno Risorgimento, ci fu un
attentato ai danni del sovrano Francesco Giuseppe che ricevette una serie di
telegrammi dai suoi sudditi con manifestazioni di affetto e vicinanza che il
giornale “Il pungolo” , anni dopo, decise di pubblicare nell’imbarazzo e nella
costernazione di Milano, città simbolo dell’insurrezione contro il dominio
austriaco – giusto per citarne alcuni . Contraddizioni evidenti nel concetto stesso di Europa, uno stato transnazionale che si basa su
nazionalismi. Anche il rapporto tra le
religioni è vittima di falsificazioni . Per Mieli, infatti, si è sottovalutato
il mondo islamico e l’Impero Ottomano
che ha mostrato tensioni tra sunniti e sciiti già ai tempi di Maometto.
Gli scontri tra cristiani e musulmani ci sono sempre stati e l’Occidente non ha
fatto che inasprirli con prese di posizioni casuali e contrastanti. A tal
proposito ha citato il caso di Saddam
Hussein e ha concluso sostenendo che la convivenza può essere possibile solo
ripartendo dall’ammissione dei propri errori. Ha spiegato la necessità di un
metodo d’indagine “capovolto, che
permette di rafforzare o far crollare le proprie tesi cercando gli elementi
stridenti con esse. Il passato non è qualcosa di stantio, cristallizzato in una coazione a ripetere.
Non esistono un bene e un male assoluti.
Il cerchio si chiude, dunque, nel punto in cui si era aperto. Storia e giornalismo si fondono nel comune
denominatore della Memoria, necessaria per perseguire la Verità che, pur non
essendo mai assoluta, spinge alla ricerca e alla visione d’insieme che permettono
di riconoscere le manipolazioni, più o
meno consapevoli, che ottundono la mente.
Mi sovviene una pagina de’ “Il
Lombardo” del 25 marzo 1948 : "Il
giornalismo è il sole che dirada le nebbie dell'ignoranza,che svolge e matura i
grandi temi della civilizzazione;è la luce che scopre e addita i bisogni della
società,la forza che spinge i governi a provvedervi, la spada che uccide la
tirannide, il faro che guida pel vasto oceano della politica, dell'economia
pubblica,della scienza,dell'arte" Quanto siamo lontani da questa idea di
giornalismo?
Ilaria
Teofilo