Incontri di Archeologia XXI Luigi Auriemma “D_I_O_GENE”
Incontri di Archeologia
XXI
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Giovedì 14 aprile 2016 ore 17
Luigi
Auriemma
“D_I_O_GENE”
mostra
a cura di Marco De Gemmis e Patrizia Di Maggio
Abbiamo invitato Luigi
Auriemma, la cui arte è da sempre caratterizzata dalla compresenza di immagine
e parola, a intraprendere un confronto con il Doriforo, tradizionalmente
ritenuto canone policleteo fatto statua. Sapevamo che con questa celebre opera,
rinvenuta nella “Palestra Sannitica” di Pompei quasi
allo scadere del ‘700, l’artista
avrebbe potuto entrare in sintonia per avviare una delle sue
ricerche, inanellando una catena di riflessioni e connessioni e pertinenti ma
talvolta inattesi passaggi per ambiti diversi del sapere. Gli anelli hanno dato
corpo a queste opere che si vedono in mostra, accomunate da un’intenzione
formale di geometrica purezza che viaggia sulla stessa lunghezza d’onda della
geometria già insita nella statua ispiratrice e in tutti i contenuti da essa
chiamati in causa e nei ragionamenti e suggestioni affiorati nel corso
dell’indagine.
Così Luigi Auriemma: “D_I_O_GENE
è una sigla che deriva dai titoli delle opere e da quello che rappresentano: ‘DIO,
GENE’; ‘DI Origine GENEtica’ e ‘Doriforo Ieri OGgi E Nell’Eternità’. Per questo
motivo la parola DIOGENE è frammentata da trattini. In questo progetto, del
Diogene filosofo troviamo i concetti di essenzialità, di libertà di parola e di
ricerca dell’uomo. La figura del filosofo è marginale, quasi inesistente in
questo progetto. È importante la parola Diogene, non il suo significato; il
contenitore, non il contenuto, per la sua capacità di includere altre parole.
Nell’istallazione centrale utilizzo la parola di Policleto nota dai frammenti riportati
dalle fonti; nel secondo lavoro, composto da quattro
pannelli, utilizzo la parola che si ispira all’uomo (nella sua totalità),
rappresentato con la forma delle molecole, delle basi azotate, delle eliche del
DNA; nell’ultimo lavoro le parole si confrontano con la silhouette specchiante del Doriforo. I materiali utilizzati sono
vetri con parole e forme riflettenti, che creano un dialogo, uno scambio di
rimandi, informazioni ed emozioni tra specchio, forme e trasparenze, tra
l’opera e l’osservatore.”
Un’iniziativa del
Servizio Educativo. Fino al 15 maggio
Massimo Nardi