"Invasioni - dedicato a Mustafa Sabbagh", regia di Monica Felloni. NèonTeatro a Catania, dal 25 al 27/11/2016
INVASIONI – dedicato a
Mustafa Sabbagh
NèonTeatro e Sabbagh
insieme per fare della diversità la normalità
Quei
corpi donati dalla Vita. Aggrappati ad una fune come un neonato al cordone. Non
importa la forma, è il cuore che deve battere, che vuole battere. Ed il cuore
batte forte, fortissimo fin dalla prima, suggestiva scena della nuova opera firmata
da Monica Felloni per NèonTeatro. Ed
è un cuore che batte forte, fortissimo quello tatuato sull'avambraccio di Mustafa Sabbagh, trafitto da un’ancora
che non lo uccide, ma lo anima, irradia gocce di sangue come luce, come semi
sparsi. L'avambraccio che gli permette di reggere il suo pennello, il suo
scalpello, la sua lanterna sulla società, quella macchina fotografica che lo ha
reso uno dei 100 fotografi più influenti al mondo e uno dei 40 ritrattisti di
nudo (unico fra gli italiani) più rilevanti su scala internazionale.
Nèon e Sabbagh insieme per una produzione dal fortissimo impatto artistico ed emotivo. Neon e Sabbagh insieme per fare della diversità la normalità.
Si
chiama INVASIONI lo spettacolo che
andrà in scena dal 25 al 27 novembre
nel Teatro di Viagrande Studios e al
quale partecipa il fotografo italo-palestinese mettendo a disposizione la
sua arte.
Il Teatro serve a mostrare ciò che fino a quel momento è invisibile. “L'aratro dei sogni fa solchi profondi”, dice la voce narrante in uno dei passaggi dell'opera. Così Monica Felloni mette in azione una libertà espressiva attoriale che si intreccia come l’ordito di un tappeto prezioso. La regista dipinge con tratto preciso, riduce l’azione scenica fino alla forma perfetta, ispira, incanta, emoziona per comunicare la propria visione della vita che si alimenta e si combina con quella degli interpreti come un unico respiro creativo. Tutto condensato. La quotidianità sintetizzata, quella fatta di stupore, commozione, gioia, riflessione, turbamento, riso, speranza, forza, consapevolezza, semplicità. La semplicità di essere, di esserci, puntando sempre al “miglioramento”, perché “miglioramento è una delle parole della Terra”.
Corpi
amalgamati, corpi che danzano, corpi che cantano, corpi che recitano, corpi che
si muovono. Corpi che invadono lo spazio, che invadono quel che vede l'occhio,
quel che vede la mente; corpi che si invadono, che entrano in contatto, che
abbracciano, che sono di vita elogio, trionfo. La diversità è un guscio. Guscio
estetico, guscio fisico, guscio anagrafico, guscio cromatico. Un guscio da
penetrare, da invadere, senza violenza. È dentro il guscio che si dipana
l'universo di emozioni, di visioni, di relazioni.
Così la carrozzella è un prolungamento, non una barriera; così devi ascoltare la voce di chi non può correre, perché corrono le sue note; così l'umanità si manifesta nell'essenza del suo splendore, mentre le foto di Sabbagh affermano, condividono, denunciano. Il corpo come soggetto di bellezza, nella forma che ha.
“Abbiamo voluto dedicare le visioni di Invasioni – spiega Piero Ristagno, direttore artistico di Nèon – a Sabbagh con il quale ci siamo ritrovati in perfetta sintonia. La nostra invasione è comunicazione; lo spettacolo è strutturato come una composizione letteraria in cinque capitoli. Ogni attore a modo suo esprimerà l'universo che ognuno racchiude, che ognuno di noi racchiude, coinvolgendo anche il pubblico. Nulla sarà distante. Nulla sarà lontano. Invadiamoci. Invadeteci”.
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pubblica:
Massimo Nardi