EL SOMBRERO DE TRES PICOS figure emblematiche dell’arte lombarda ALVARO, Massimo MOTTA, Marcello PIETRANTONI
Mostra
d’arte contemporanea
EL
SOMBRERO DE TRES PICOS
una
collaborazione Regione Lombardia e VeGa Facilities
EL SOMBRERO
DE TRES PICOS
figure
emblematiche dell’arte lombarda
ALVARO,
Massimo MOTTA, Marcello PIETRANTONI
a cura di
Ali Abu Ghanimeh, Aldo Gerbino, Carmelo Strano
Grattacielo Pirelli,
Spazio Eventi, 1° piano
ingr.: via Fabio Filzi, 22
Milano
dal 27
gennaio al 22 febbraio 2017
Inaugurazione: venerdì 27 gennaio 2017, ore 18.00
EL
SOMBRERO DE TRES PICOS
figure emblematiche dell’arte lombarda
ALVARO (Occhipinti)
L’astrazione simulata
MASSIMO
MOTTA
La fotografia ibridata
MARCELLO
PIETRANTONI
La razionalità animata
Curatori
Ali Abu
Ghanimeh, storico e critico arti visive, professore, Amman, Vice Rettore
di Al al-Bayt University
Aldo Gerbino, critico d’arte, professore ordinario, Palermo
Carmelo
Strano, filosofo, critico
d’arte e dei linguaggi creativi, distinguished professor di Estetica,
Milano-Londra
Tre ben noti
artisti lombardi, professionisti e di ricerca, con specifiche qualità che li
fanno punto di riferimento in rapporto ad alcune tendenze dell’arte in
Lombardia e oltre.
Sono accomunati da un famoso titolo di Pedro Antonio
de Alarcón “El
sombrero de tres picos”. Le tre punte del metaforico cappello sono dunque
Alvaro (Occhipinti), classe 1938, pittore
Marcello Pietrantoni, classe 1934, scultore, pittore, architetto.
Massimo
Motta (1952), artista-fotografo
Alvaro e Pietrantoni hanno avviato la propria ricerca
già nel clima effervescente degli anni ’60 a Milano; Motta, di generazione
successiva, mette a fuoco la sua proposta fotografica negli anni ’90, passando
dalla fotografia legata alla ricerca scientifica alla fotografia artistica tout
court, e di ricerca.
L’iniziativa espositiva è organizzata da Vega Facilities di Milano sulla base
delle direttive curatoriali dei tre studiosi specialisti d’arte contemporanea (Ali Abu Ghanimeh, Aldo Gerbino, Carmelo Strano)
che firmano il progetto sul piano scientifico e,
appunto, curatoriale.
La mostra si articola in tre sezioni (tre personali in
contemporanea e a confronto) all’insegna di un unico filo conduttore che è il
titolo (emblematicamente assunto) della famosa opera “Il cappello a tre punte”
(El sombrero de tres picos”), 1874, di Pedro Antonio de Alarcón, tema successivamente ripreso, in sede musicale, da
Emanuel De Falla (1919) e dal regista cinematografico Mario Camerini (1934).
Tre punte “emblematiche” di taluni fenomeni artistici
succedutisi in Italia e, segnatamente in Lombardia. Infatti, Pietrantoni e Motta sono lombardi di
nascita (Pietrantoni bresciano, Motta milanese) mentre Alvaro lo è di adozione,
essendo arrivato nel capoluogo, da Messina, sua città nativa, negli anni ’60.
I tre artisti condividono
inquietudine e bisogno di novità, su un terreno culturale e formativo
variegato: l’architettura nel caso di Pietrantoni
(ben attivo in questa disciplina, autore di diversi ben noti edifici a Milano,
come il palazzo della Banca d’Italia in via Moneta al Cordusio); nel caso di Alvaro, il background culturale è
costituito dall’economia e dalla letteratura; per Motta, si tratta della biologia. Il disegno e la pittura accomunano
Alvaro e Pietrantoni. Quest’ultimo, inoltre, è dedito, anche,
all’architettura, ma ormai in modo preponderante, se non esclusivo, alla
scultura per la quale è famoso nel campo dell’arte. L’arte di Motta insiste nel terreno della
fotografia. Questa però si annette anche la pittura che interviene
strutturalmente nella foto, pur essendo tuttavia il risultato finale dell’opera
eminentemente fotografico. Di astrazione
simulata si è detto a proposito di Alvaro.
Una vena tendenziale che nasconde l’interesse a fondere, con opportuna
ambiguità linguistica, forme astratte e forme riconoscibili. Ibridata, per le ragioni già esposte, la
fotografia di Massimo Motta; si tratti di scultura, pittura o
disegno ad ogni modo si rivela umido ed emozionale il piglio razionale
di Marcello Pietrantoni, specialmente quando è impegnato in figure plastiche
sintomatiche di nuovi miti.
In mostra: dipinti e disegni (ALVARO), fotografie (MOTTA), sculture e disegni (PIETRANTONI), per un totale di circa 60 opere.
Allestimenti: Arch. Luigi Moraghi
ufficio stampa
VeGa Facilities
0291328903 - 3927331063
pubblica:
Massimo Nardi