GESÙ DI NAZARET KERIGMA
Comunicato stampa
Continuano gli eventi FIAT
LUX nelle stelle in corso Vittorio Emanuele Da sabato 8 aprile fino a
domenica 28 aprile, le stelle ospiteranno il reportage fotografico di Vincenzo
Catalano dedicato alla santa Pasqua.
GESÙ DI NAZARET KERIGMA, questo è il titolo.
Per la prima volta saranno
esposti al grande pubblico gli scatti realizzati in terra
santa. Il reportage gode
del patrocino della Custodia di Terra Santa a firma di
padre Pierbattista
Pizzaballa, oggi vescovo.
La ferma convinzione che la fotografia travalica i confini del
tempo, ha fatto maturare la determinazione di realizzare un reportage sulla vita
di Gesù di Nazaret. Quindi installare una mostra racconto, che, avendo come
tema centrale la figura di Gesù, si snodasse dal solito “clichè” e
venisse raccontata attraverso la cronaca di un vero viaggio nella terra di Gesù con
un'unica variante: averlo a fianco.
Un viaggio da Nazaret a Gerusalemme, da nord a sud di questa terra
luminosa e incantevole. L’impatto con i luoghi di Gesù è potente, dalla
Galilea alla Giudea attraverso il Giordano, ripercorrendo la vita dell’uomo Gesù.
Ho incontrato la gente di Nazaret: ripercorso le strade che
portano al villaggio di Maria e Giuseppe, i luoghi del loro incontro, della loro vita
paradossale e miracolosa; il Monte Tabor, il luogo della Trasfigurazione di
Gesù, alla presenza di Pietro, Giacomo e Giovanni; il Lago di Tiberiade, che se lo si
attraversa in barca, ci si emoziona, ripensando alla pesca miracolosa e alla tempesta
sedata.
Quando ho attraversa il lago, soffiava un venticello leggero ho
riflettuto e pregato. Il monte delle Beatitudini: da questa altura, Gesù ha
annunciato la sua linea costituzionale, sconvolgente oggi, come allora.
I
Cafarnao, gli scavi archeologici ci riportano al tempo della sua
vita pubblica, alla sua vita quotidiana, trascorsa tra le case e la sinagoga a
incontrare donne e uomini del suo tempo con le loro malattie, i loro bisogni, le loro
domande, le loro speranze...
Il deserto di Giuda, roccia chiara in cui si può intravvedere,
abbarbicato lì, un antico monastero ortodosso, in cui vivono e pregano alcuni monaci
eremiti; nel deserto, la luce che si riflette sulla roccia è chiara, crea un
clima di serenità e attesa.
Gerusalemme, una città piena di simboli religiosi: di campanili e
minareti, di moschee e sinagoghe.
Gerusalemme è anche la città della cupola d'oro, è la città della
Spianata del tempio e del Muro del Pianto, dove gli Ebrei, donne e uomini, rigorosamente separati, con la torah in mano, recitano le loro preghiere,
compiono i loro riti, dopo essersi debitamente purificati, prima di avvicinarsi al luogo
sacro.
Gerusalemme, una città in cui i controlli sono regola quotidiana,
in cui i giovanissimi soldati, camminano per le strade, armati. Magari già
reduci dal servizio militare.
Gerusalemme che presenta un crogiuolo di diversa umanità, città
dai quartieri ben separati, ma forse anche uniti, dove le persone parlano
perfettamente, ebraico, arabo e inglese... Città dai diversi mercati di spezie
odorose e colorate, di frutta esotica e succosa con la quale ci si può dissetare.
Cammino sul sentiero che attraversa l'Orto degli Ulivi, ancora una
volta emozionato e consapevole di essere in un luogo veramente Santo.
La chiesa del sacro sepolcro.
Rivedendo tutti quegli scatti, il sentimento prevalente è quello della nostalgia, del
desiderio vivo di tornare a Gerusalemme, per ritrovare ancora
tutti quei volti.
Quanti volti ho incrociato. Li in terra santa pensavo “chissà come fosse il
volto di
I reportage sono già stati patrocinati da
Associazione Freelance Photographers
Lungomare Starita n. 4 Fiera del Levante Ingresso Monumentale Pad.
181 - 70121 Bari P. IVA 07678160727
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Gesù…” e questo pensiero mi ha riportato alla leggenda del
monaco Epifanio…
“Quale uomo può rassomigliare a Cristo? Nessun volto rassomiglia
in tutto a Gesù,
in tutti i volti c’è sempre un tratto bello, originale, divino.
Quindi, per immaginare il
volto di Cristo, non è possibile riprendere un solo modello, ma
bisogna cogliere
da ogni volto il tratto più bello”.
Ho incominciato a rivedere gli scatti per trovare e cogliere il
tratto per comporre il
volto di Gesù: dal volto dei bambini ho colto l’innocenza, la
gioia l’ho ritrovata in
una fanciulla che canta; la forza in un contadino che trasporta
pesanti sacchi di
grano. La malinconia dagli occhi rassegnati d’una povera
prostituta,
l’implorazione da un mendicante. La severità da un monaco che
predica la
penitenza e il dolore da una madre al funerale del figlio.
Questo è la mio volto di Gesù…che ne pensate?
Ora per la mostra ci vuole un titolo, un titolo forte, una sola
parola che
rappresenti l’inizio e la fine di questo lavoro… La mente mi
riporta nella
sinagoga a Nazaret e qui che Gesù pronunciò il Kerigma: si legge nel Vangelo di
Luca che quando Gesù Cristo cominciò il suo ministero pubblico,
entrò nella
Sinagoga di Nazaret, ricevette il rotolo del profeta Isaia, lo
aprì e trovò il passo
dove era scritto:
« Lo Spirito del Signore
è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione,
e mi ha mandato per
annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai
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prigionieri la
liberazione e ai ciechi la vista; per mettere in libertà gli oppressi, e
predicare un anno di grazia
del Signore. … Allora cominciò a dire: “Oggi si è
adempiuta questa
scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”»
(Luca, 4, 18-19.21)
L’affermazione pronunciata da Gesù in quel momento è il kerigma o “annuncio della buona
notizia” e costituisce la base di ogni
successivo insegnamento che Gesù rivolse ai propri discepoli e di tutta la
predicazione che a loro volta questi effettuarono dopo essere divenuti testimoni
della Risurrezione e aver ricevuto forza dallo Spirito Santo.
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