CARLO FORNARA. Alle radici del Divisionismo 1890-1910
Carlo Fornara: Le lavandaie
Carlo Fornara:Fontanalba
Mostra a cura di Annie-Paule
Comunicato Stampa
La potenza e la bellezza delle montagne ossolane sono splendidamente protagoniste de “Carlo Fornara. Alle radici del Divisionismo (1890 – 1910)”, mostra proposta dalla Collezione Poscio nella sua sede espositiva in Casa De Rodis, nel cuore di Domodossola.
Dal 25 maggio al 20 ottobre, la mostra, curata da Annie-Paule Quinsac, offre l’opportunità di scoprire, o riscoprire Casa De Rodis, edificio nobiliare di origine medievale, esempio tra i più affascinanti dell’architettura storica ossolana. Casa De Rodis, acquisita dalla Collezione Poscio e da questa completamente restaurata, è sede di mostre di grande qualità, che promuovono artisti e collezioni di territorio ma di valore universale.
La retrospettiva di Fornara si focalizza in modo diretto sui due decenni che intercorrono tra il 1890 ed il 1910, gli anni di maggiore creatività e capacità innovativa del maestro di cui ricorre il cinquantenario della scomparsa. In mostra, una importantissima selezione di tele (alcune delle quali oggetto di interventi di restauro realizzati proprio in funzione della loro esposizione in questa mostra), affiancate da una sezione riservata ai disegni del maestro.
Gli anni Novanta dell’Ottocento furono per lui stagione formativa sotto la guida del maestro Carlo Cavalli, erede spirituale del marsigliese Adolphe Monticelli. “Anni anche di personale affermazione, quando, fatti propri gli impasti monticelliani, Fornara elabora un linguaggio luminista di pittura materica a spatola e pennellate a effetto smalto”, annota la curatrice Annie-Paule Quinsac.
“Questa “prima maniera” sarà destinata a mutare per lo sconvolgente incontro/confronto con il simbolismo di Giovanni Segantini, cui va a fare da assistente nell’agosto 1898 a Maloja in Engadina e la cui imprevedibile scomparsa all’apice della gloria ‒ l’anno dopo, nel settembre 1899 sullo Schafberg ‒ lo scuote nel profondo, segnando l’animo e il procedere di giovane adepto”.
Nel primo decennio del nuovo secolo, il Novecento, Fornara mostra una pittura dagli esiti europei e internazionali. Con opere, molte delle quali proposte in mostra (Chiara pace, L’aquilone, Fontanalba, Ombre e luci, per citare solo le più note), caratterizzate dalla sperimentazione divisionista, che, superando via via l’influenza dei temi e della visione segantiniana, giunge ad un modo assolutamente originale per trasporre nelle tele l’amena bellezza della Valle Vigezzo, dove l’artista era nato nel 1871, “restituita nella duplice natura di poesia e forza insieme”, sottolinea la curatrice.
Nato a Prestinone nel 1871 in una umile famiglia contadina della Val Vigezzo, Fornara, grazie al precoce talento, ebbe accesso ai corsi di pittura, disegno e ornato presso la locale scuola d’arte Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore. Qui strinse rapporti di amicizia con altri futuri pittori come Giovanni Battista Ciolina, Gian Maria Rastellini e Lorenzo Peretti Junior, tutti allievi di Enrico Cavalli, grande conoscitore dell’arte francese di quell’epoca.
Nella primavera del 1891 espose alla Prima Triennale di Brera, occasione per entrare in contatto con le nuove istanze divisioniste. Tra il 1894 ed il 1895, a Lione Fornara si avvicina alla corrente pittorica del neoimpressionismo, che si manifesta nell’opera En plein air, rifiutata nel 1897 dalla terza Biennale di Brera, ma apprezzata da Giuseppe Pellizza da Volpedo e Giovanni Segantini, due dei maggiori esponenti della corrente divisionista. E’ del 1899 la sua partecipazione alla terza Esposizione internazionale d’arte di Venezia.
Entrato in contatto con Alberto Grubicy de Dragon, titolare della Galleria Grubicy e fratello del promotore del divisionismo a livello europeo, il mercante d’arte e pittore lui stesso Vittore Grubicy de Dragon, fu molto apprezzato da entrambi e messo in contatto con Segantini, che volle il giovane artista come suo assistente, per l’Esposizione di Parigi del 1900.
Grazie al patrocinio dei Grubicy, Fornara fu presente alle maggiori esposizioni pittoriche nazionali ed internazionali di quegli anni. Gradualmente, l’adesione alla scuola divisionista iniziò ad indebolirsi intorno agli anni venti, quando l’artista iniziò una sua ricerca pittorica con uno stile del tutto personale.
A partire dal 1922, scelse la sua amata Val Vigezzo, dove continuò a dipingere sino alla morte avvenuta nel 1968.
Info: www.collezioneposcio.it
+39 347.7140135
Orari:
Sabato e domenica: ore 10.00 – 13.00 e ore 15.00 – 19.00
Nei mesi di luglio e agosto: anche da martedì a venerdì ore 15.00 – 19.00
ICatalogo: Silvana Editoriale
Con il sostegno di Compagnia di San Paolo e Fondazione Comunitaria del Vco
Ufficio Stampa:
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Pubblica
Massimo Nardi