“Sinfonia delle erbacce selvatiche” Progetto fotografico di Pio Meledandri
“SINFONIA DELLE ERBACCE SELVATICHE” di Pio Meledandri
4 Giugno 2019 ore 18.30 Ex Palazzo delle Poste, P.zza Cesare Battisti, 1 Bari.
La mostra sarà visitabile fino al 21 giugno 2019 orari: da lunedì a venerdì 8:30/20:30 - Sabato 8:30/18:00 - domenica 8:30/16:30 INGRESSO LIBERO
Con il patrocinio del Comune Bari e di CIHEAM Bari
Intervento musicale del maestro Alessandro Piraino
Recitazione di Francesca Balducci e Emilia Iosca
Intervengono:
Jenny Calabrese Ricercatrice CIHEAM Bari
Francesca Ceci Titolare POTENTILLA
Pio Meledandri Presidente Associazione ARTIEMIELE
Sinfonia naturale
Paesaggi variegati, aspri, a volte desolati, a volte lussureggianti, con poche tracce di manufatti umani – un muretto che costeggia una strada o che delimita un campo; un sentiero o una strada – costituiscono gli ambienti naturali in cui agiscono alcuni personaggi protagonisti, insieme alla natura e ad alcuni suoi frutti, di una storia fotografica raccontata da Pio Meledandri. Siamo nel cuore della Murgia, l’esteso rilievo collinare al centro della Puglia, avamposto della catena appenninica, luogo di transizione tra le piane che si affacciano sul basso Adriatico e i monti aspri della Basilicata.
Pio Meledandri ha costruito un progetto fotografico, intitolato “Sinfonia delle erbacce selvatiche”, che ha la forma del racconto articolato tra visioni poetiche e documentazione dettagliata.
L’autore di questo progetto, specificando nel titolo che si tratta però di una sinfonia intorno a erbacce selvatiche, quasi a sottolineare, con l’uso del dispregiativo e del qualificativo, il carattere minimale, secondario, fuori dalla norma, infestante, delle piccole vegetazioni. Si alternano così ampie visioni di paesaggi collinari segnati da pochi aspri elementi – un rilievo, un bosco, una gravina, la traccia di un torrente come una cicatrice nelle colline – ai dettagli vegetali: fiori, bacche, foglie, cespugli, rami.
Tra questi elementi naturali si aggirano alcune persone: sono le tre operatrici titolari di una piccola azienda di cosmesi che si serve dei frutti della natura per la realizzazione dei suoi prodotti. Meledandri le fotografa con discrezione, in piani totali lontani, seguendole nei loro percorsi come un segugio che non vuole essere di impiccio o meglio di disturbo per un equilibrio naturale che le protagoniste perseguono con il loro lavoro.
Ma il progetto prevede un altro agente protagonista: un gruppo di giovani musicisti ripresi in questi paesaggi naturali, singolarmente e infine in gruppo, unici autorizzati a violare i silenzi e i rumori naturali con le loro note. Un richiamo ancestrale probabilmente alla cultura panica dell’età classica, dell’antica Grecia, dai cui paesaggi la conformazione geografica, i rilievi e la vegetazione delle Murge sembrano non discostarsi molto.
Da un punto di vista visivo-fotografico questo racconto è concepito con un impianto minimalista, dove ogni inquadratura esalta lo stupore dello spettatore attraverso il procedimento della semplicità, della naturalezza, della pari dignità tra un grandiosa gravina – la fenditura profonda nelle colline – e una piccola piantina o un dettaglio vegetale: macrocosmo e microcosmo, natura e discreta presenza umana, natura e cultura, quella scientifica e ecologica delle raccoglitrici di erbe e quella poetica della musica che, in quanto spettatori del progetto fotografico, non possiamo ascoltare ma che possiamo immaginare.
Maggio 2019 Pio Tarantini