TIPICA FOOD & ART L’ARTE INTERPRETA LE TIPICITÀ DEL SUD-EST BARESE
COMUNICATO
STAMPA
TIPICA
FOOD & ART
L’ARTE
INTERPRETA LE TIPICITÀ DEL SUD-EST BARESE
Prosegue
il racconto artistico di “Tipica Food & Art” per esaltare l’identità
territoriale ed agroalimentare del sud est barese. Il 19 ottobre nel Museo
Archeologico di Rutigliano sarà inaugurata la mostra di Salvo d’Avila,
intitolata “Grappoli di luce".
Tipica
Food & Art pone in relazione l’arte
contemporanea con le risorse agroalimentari di Conversano, Rutigliano e Mola di
Bari. E’ un’indagine artistica che muovendosi tra la ciliegia di
Conversano, l’uva di Rutigliano ed i prodotti ittici di
Mola di Bari valorizza il patrimonio materiale e immateriale del sud est
barese. Lo fa attraverso lo sguardo ed il lavoro di artisti del calibro
di Dario Agrimi, Massimo Ruiu e Salvo d’Avila.
Il
progetto è finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del Programma
Straordinario in materia di cultura e spettacolo. Tipica Food & Art
è promosso dal GAL Sud Est Barese e da un vasto partenariato di operatori
culturali ed attori istituzionali, tra cui le associazioni ETRA E.T.S e
Volontari per la Cultura, la Galleria Cattedrale di Conversano ed i Comuni di
Conversano, Rutigliano e Mola di Bari. Il progetto si avvale della direzione
artistica delle associazioni culturali succitate e della curatela della critica
d’arte Lia De Venere.
Dopo
l’inaugurazione di PROGRESSO, l’installazione di Dario
Agrimi (sino al 10 ottobre presso la Pinacoteca Paolo Finoglio, Castello di
Conversano) e della mostra LE PAROLE E I PESCI di
Massimo Ruiu (sino al 19 ottobre presso il Castello Angioino di Mola di Bari),
· Il
19 ottobre alle ore 18 verrà inaugurata presso il Museo Archeologico di Rutigliano
la mostra di Salvo d’Avila GRAPPOLI DI LUCE (visitabile sino
al 2 novembre ogni giorno dalle 17 alle 20).
Nel
mese di novembre tutte le opere di Agrimi, Ruiu e D’Avila saranno esposte
presso la Galleria Cattedrale di Conversano congiuntamente a quelle di 3
giovani artiste selezionate attraverso una call. Parliamo di Mariantonietta
Bagliato (barese, classe 1985) con un lavoro sull’uva da tavola, Cristina
Mangini (barese, classe 1988) con un lavoro sulle
ciliegie, Anastasiia Morozova (russa, classe 1992) con un
lavoro sui pesci.
Il
GAL, dunque, continua il percorso di valorizzazione delle eccellenze
agroalimentari del Sud Est Barese aprendosi ad un mondo, quello artistico e
culturale, capace di esaltare in maniera originale e affascinante le
peculiarità materiali ed immateriali del territorio.
Focus Salvo D’Avila //Grappoli di
Luce
Sabato 19 ottobre alle ore 18 presso
il Museo Archeologico di Rutigliano (BA) verrà
inaugurata la mostra di Salvo D’Avila, intitolata Grappoli
di luce.
A illustrare la mostra sarà Lia
De Venere, curatrice artistica del progetto Tipica Food&Art.
Così scrive delle opere in mostra la
curatrice:
Salvo D’Avila fotografa frutti,
ortaggi, fiori riuniti in spazi ristretti, estraendoli dal buio con un fascio
di luce o immergendoli in una luminosità abbagliante. A ispirarlo gli esiti più
significativi della storia della natura morta, da cui mantiene tuttavia la
necessaria distanza, pur dichiarando nei titoli il proprio debito nei confronti
dei maestri del passato. Ad accomunare i suoi scatti nessun gratuito
virtuosismo, ma una palese sobrietà formale, una ricercata chiarezza
compositiva, un’attenzione assidua al dettaglio, che conferiscono alle immagini
forte incisività.Tra le opere in mostra, in cui è sempre presente l’uva, alcune
rendono omaggio a Juan Sanchez Cotán (1560-1627), il pittore spagnolo autore di
originali nature morte, in cui ortaggi, frutti, selvaggina e altri alimenti
sono sospesi all’interno di nicchie con l’ausilio di fili di spago. Se le
foglie accartocciate sembrano alludere al trascorrere ineluttabile del tempo,
alla caducità dell’esistenza umana, come nella vanitas, quel tipo di natura
morta diffuso nel secolo XVII, che ricordava attraverso l’allegoria la
precarietà di ogni cosa terrena, è certo invece che alle composizioni di
D’Avila manca qualsiasi intenzione moralistica.Affabili e insieme dense di
significato, le sue nature morte in realtà si fanno emblemi della vitalità
della natura, del suo continuo rigenerarsi. In ciò, non solo ricollegandosi al
termine stilleven (vita ferma), con cui in Olanda a metà del XVII secolo si
definirono le composizioni con soggetti inanimati, ma anche facendo tacito
riferimento alla capacità della fotografia di catturare l’attimo e di
conferirgli lo stigma della durata.
SALVO D’AVILA
Brindisi (1968). Vive e lavora a Roma.
Salvo coltiva la passione di
famiglia per le arti visive, specialmente per la pittura, avvalendosi della
fotografia, le cui basi tecniche consolida presso la Scuola
Romana di Fotografia. I generi nei
quali principalmente si cimenta sono il ritratto e la natura
morta. Ha tenuto mostre personali in Italia presso gallerie private e
istituzioni pubbliche: Galleria Le Muse, Andria (2014) - Borgo San Marco,
Fasano (2017 e 2018) - Biblioteca Storica Nazionale dell’Agricoltura, Ministero
delle Politiche Agricole, Roma - Ex Convento di San Francesco della Scarpa,
Polo Museale della Puglia, Bari - Museo Diocesano, Velletri (2018) e all’estero
presso gli Istituti Italiani di Cultura di Stoccarda (2015), Amburgo (2016) e
Lisbona (2017). info@salvodavila.com
Salvo d’Avila, Congettura sull’uva # 7 (2019)