RIVERBERO Enrica Borghi
RIVERBERO
Enrica Borghi
09.04 - 07.06.2021
Villa Borromeo d’Adda, Arcore (MB)
una mostra promossa e sostenuta dal Comune di Arcore
a cura di Simona Bartolena e Pierre Padovani
coordinamento, organizzazione e realizzazione heart – PULSAZIONI CULTURALI
con il supporto di Ponte43
in collaborazione con Associazione Asilo Bianco
La mostra
Villa Borromeo d’Adda di Arcore conferma il proprio ruolo di spazio
culturale e luogo destinato all’arte accogliendo due nuove importanti mostre
nelle proprie stanze. La prima, “Io guardo ancora il cielo”, un’antologica di
Federico Faruffini, grande protagonista dell’Ottocento italiano, prosegue
idealmente le due precedenti esposizioni dedicate rispettivamente alle figure
femminili nell’arte del XIX secolo e a Carla Maria Maggi, la pittrice
ritrovata. Ad essa è stata affiancata, in un dialogo stimolante e ricco di
spunti di riflessione, la mostra “Riverbero”, personale di Enrica Borghi, che
porterà una ventata di contemporaneità negli spazi storici della Villa. La
mostra si trasferirà poi negli spazi del Castello Reale di Govone, residenza
sabauda in provincia di Cuneo, per inaugurare alla fine di giugno.
L’idea di ambientare in luoghi storici, fortemente connotati, opere d’arte
contemporanea non è certo nuova. Il dialogo tra il linguaggio attuale dei
lavori esposti e la classicità degli spazi circostanti produce un effetto
sempre affascinante e capace di suggerire percorsi esperienziali interessanti.
In questo caso, però, il concetto dell’esposizione supera il livello della
relazione estetica tra due mondi, cercando motivi di riflessione molto più
profondi. Le opere esposte si mettono in dialogo con la storia del luogo, ne
colgono e ne amplificano il ricordo, la reinterpretano in una continuità che
non vuole creare cesure o sottolineare contrasti con il passato ma diventarne
parte, proiezione, riverbero, appunto. L’eleganza di un abito, la grazia di un
gioiello, il lusso di un arredo rivivono in chiave contemporanea negli oggetti
realizzati dall’artista. Opere che paiono voler trasmutare la memoria del
luogo, cogliendo una comunicazione che permane come un dialogo aperto. Con il
gusto del mescolare gli affioramenti di un “baluginare lontano” dentro lo
spettro caleidoscopico della contemporaneità.
Dove ci aspetteremmo materiali preziosi troviamo, invece, oggetti di
scarto, packaging, elementi di riciclo strappati dai cestini della raccolta
differenziata della plastica. Con una sorprendente eleganza, frammenti dei
detersivi che ossessionano la quotidiana “guerra batteriologica” e che
getteremmo via fanno rivivere la storia di un luogo. La riportano nel qui e ora
della stringente riflessione contemporanea sul tema del “rifiuto”.
La mostra intreccia quindi tre motivi fondamentali, da sempre molto
presenti nella ricerca di Enrica Borghi: la relazione con l’ambiente
circostante e la sua storia passata e presente, il tema ambientalista e la
“questione femminile”. Nasce quindi il cortocircuito del “valore”,
dell’emozione delle raccolte di oggetti degli esploratori dell’Ottocento che
con uno sguardo incantato restavamo affascinati dallo stupore dell’esotico.
Per l’occasione, oltre alle consuete installazioni composte da materiali
poveri e di recupero, Enrica Borghi ha realizzato alcuni nuovi lavori in cui fa
dialogare elementi di “natura”, come una serie di fotografie dedicate alla
Villa e al suo splendido parco. Fotografie che elaborano la visione attraverso
dei filtri ottenuti dal colore di contenitori in plastica e che ricordano i
filtri o le gelatine degli anni Settanta. In tema di “riverbero” con gli
statuari lampadari di Murano presenti nella Villa verrà esposta l’opera
realizzata nell’estate 2020 a Murano, presso lo Studio Berengo, dedicato al
tema dell’inquinamento della laguna di Venezia intitolata “Grey Laguna”.
Compaiono inoltre due “corazze” che fanno dialogare materiali dissonanti
come lane grezze con plastiche dei contenitori dei detergenti di uso
quotidiano. Le due armature simulano la protezione di donne guerriere, facendo
emergere citazioni da Hans Ruedi Giger ma anche il panno della mantella di
cappuccetto rosso, gli abiti di Pierre Cardin degli anni Sessanta e i film di
Mad Max. Le corazze sono un progetto realizzato in collaborazione con l’ITS TAM
di Biella e le lane “etiche” di Gomitolorosa.
Inoltre, in omaggio a Federico Faruffini, protagonista della mostra
ospitata nello stesso periodo nei sotterranei della Villa, l’artista ha
realizzato un’installazione ispirata a “Toletta antica”, capolavoro del pittore
ottocentesco del quale la Borghi ha colto, come elemento specifico e condiviso,
l’attenzione particolare per il mondo femminile.
Con un’ironia sferzante ma mai aggressiva, Veneri artificiali composte di
unghie finte ricompongono un giardino d’inverno, gioielli di plastica dialogano
con pietre preziose realizzati dal maestro orafo di Valenza Margherita Burgener
e arazzi di materiale di recupero intrecciati a telaio ricordano il “pattern”
della coperta della nonna. Tutto questo abita – tra sogno e realtà, tra
verità e illusione, tra naturale e artificiale – le stanze della villa
giocando con la storia, con l’identità femminile, con l’evoluzione del gusto e
con il sempre urgente problema ecologista.
L’artista
Enrica Borghi oggi vive e lavora sulle colline del Lago d’Orta. Si diploma
in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, nel 1989. Insegna
Materie Plastiche presso il Liceo Artistico “F. Casorati” di Romagnano. È
Fondatrice e Presidente dell’Associazione Culturale Asilo Bianco. Tra le
numerose personali ha esposto al Castello di Rivoli, alla Galleria d’Arte
Moderna di Bologna, al MAMAC di Nizza, al Musée des Beaux-Arts di Bordeaux e
all’Estorick Collection di Londra, ricordiamo inoltre l’installazione “Luci
d’Artista” a Torino, presente dal 1998 con “Palle di Neve”.
Artista poliedrica, eclettica e molto originale, dalla cifra stilistica
inconfondibile, Enrica Borghi lavora soprattutto con i materiali di scarto,
ridando vita e bellezza a oggetti destinati a essere gettati nei rifiuti. Nella
sua indagine ha un ruolo di rilievo l’universo femminile, da lei esplorato come
immaginario estetico ma anche nelle pratiche e nelle ritualità. Le sue opere
sono frutto di processi “alchemici” capaci di trasformare i rifiuti in oggetti
nuovamente seducenti.
Correda inoltre la mostra un catalogo pensato dall’artista come uno spazio
“ideale” e concettuale tra Villa Borromeo d’Adda e il Castello Reale di Govone.
Un balzo dentro l’Ottocento senza confine di tempo.
Catalogo, edizione d’artista, in mostra
con testi di: Simona Bartolena e Pierre Padovani
L’artista e gli organizzatori ringraziano per il loro fondamentale aiuto
nella realizzazione della mostra:
Nuova Mini Plastic, ITS
TAM Biella, Gomitolorosa, Lorenzo, Fantini S.p.a., Va-Albertoni S.r.l, Di
Gennaro S.p.a, Orsini, Maggiore Fiori di
Bacci Lorenzo.
Si
ringrazia inoltre:
Studio
Anna Fileppo, Prof.ssa Silvia Moglia e Giovanna Calogero dell’ITS TAM Biella, Patrizia Rossello,
Monica Chiabrando, Aldo Buzio, Esther De Santo, Artbite, Studio Berengo Murano,
Chiara Di Gennaro, Walter e Stefania Albertoni, Elisabetta Albizzati e Pierre
Padovani.
Le corazze sono un progetto condiviso e
realizzato con gli studenti dell’ITS TAM di Biella utilizzando la lana di
Gomitolorosa, associazione che, facendo leva sul recupero delle lane autoctone,
supporta diverse campagne per la salute.
Riverbero
Enrica Borghi
9 aprile – 7 giugno 2021
Villa Borromeo d’Adda
Largo Vincenzo Vela, 1 Arcore, MB
Per gli orari di apertura e le modalità di accesso si prega di consultare
i siti internet
www.associazioneheart.it
www.comune.arcore.mb.it
ingresso gratuito
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