Al Palazzo Ducale di Genova LA PIÙ GRANDE MOSTRA MAI ALLESTITA SU ESCHER
Maurits Cornelis Escher, Band ohne Ende (Vincolo di Unione)
Al via il 9 settembre a palazzo Ducale la
grande mostra sull’olandese Escher
Prende il via il 9 settembre e prosegue fino al 20 febbraio
dell’anno prossimo al Palazzo Ducale di Genova la più grande e completa
mostra antologica dedicata al grande genio olandese Maurits Cornelis Escher, oggi uno degli
artisti più amati a livello globale e i cui mondi impossibili sono entrati
nell’immaginario collettivo rendendolo una vera icona del mondo dell’arte
moderna.
Per la prima volta, a Genova il pubblico potrà esperire
l’immaginifico universo escheriano tramite inedite sale immersive e strutture
impossibili che saranno messe a confronto con opere di grandi artisti visionari
del calibro di Giovanni Battista Piranesi (1720
– 1778) e di Victor Vasarely (1906
– 1997).
Tra arte, matematica, scienza, fisica, natura e design, la
mostra Escher è un evento unico per conoscere più da vicino un artista
inquieto, riservato ma indubbiamente geniale e per misurarsi attivamente con i
tantissimi paradossi prospettici, geometrici e compositivi che stanno alla base
delle sue opere e che ancora oggi continuano a ispirare generazioni di nuovi
artisti in ogni campo.
A Genova saranno esposte oltre 200 opere divise in 8 sezioni, in
cui oltre a raccontare la sua arte attraverso i lavori prodotti dagli esordi
fino all’ultima opera, Serpenti, realizzata
nel 1969, per la prima volta verrà dedicato uno spazio all’illustrazione delle
tecniche a cui lui solitamente ricorreva e che sono riconoscibili nell’intero
percorso. Sarà esposta una matrice lignea originale con inciso un paesaggio
italiano e la relativa xilografia finale, insieme a brevi spezzoni di filmati
d’epoca che mostrano Escher a lavoro nel suo studio.
Promossa e organizzata dal Palazzo Ducale Fondazione per la
Cultura, Comune di Genova, Regione Liguria e Arthemisia, in
collaborazione con M. C. Escher Foundation,
la mostra è curata da Mark Veldhuysen –
CEO della M.C. Escher Company – e Federico Giudiceandrea –
uno dei più importanti esperti di Escher al mondo. La mostra vede come
special partner Ricola ed è consigliato da Sky Arte.
In mostra le opere di uno degli artisti
grafici più conosciuti al mondo
La mostra Escher presenta i lavori di uno degli artisti grafici
più conosciuti al mondo e le opere esposte compongono una retrospettiva degli
schizzi enigmatici e dei disegni paradossali dell’artista olandese.
Il percorso espositivo inizia con le sue prime stampe e disegni
realistici ispirati alla natura e ai paesaggi italiani per arrivare poi ad
analizzare il lavoro svolto da Escher nell’ambito della tassellatura e della
trasformazione di forme.
L’obiettivo è quello di sottolineare come la metamorfosi sia
diventata con il tempo una caratteristica fondamentale della sua arte, in grado
di amalgamare fantasia e geometria.
I capolavori più celebri dell’artista – come Mano
con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi
II (1939), Giorno e notte (1938)
– nascono dalle sue ricerche nell’ambito della matematica e rappresentano
l’infinito attraverso immagini incredibilmente dettagliate, eseguite con
estrema precisione.
Ancora oggi la comunità scientifica internazionale considera
l’opera di Escher una pietra angolare delle
interrelazioni tra arte e scienza: benché le sue conoscenze
matematiche fossero prevalentemente visive e intuitive, l’artista ha giocato
con architettura e prospettiva per dare forma a universi infiniti e
coinvolgenti, carichi di meraviglia.
Il lavoro di Escher continua ad affascinare milioni di persone
in tutto il mondo e a ispirare intere generazioni di artisti, architetti,
matematici, musicisti e designer, ammaliati dalle sue fantasie giocose e
costruzioni accattivanti.
La complessità del genio olandese che attinge a piene mani ai
vari linguaggi fondendoli in un nuovo intrigante percorso è evidenziato in
mostra nella sezione “Paradossi geometrici”
dove insieme a opere famose come Cascata, Belvedere, Salendo e
Scendendo ispirate alla tribarra, il triangolo impossibile
teorizzato del matematico e fisico Sir Roger Penrose,
sono esposti alcune stampe della serie delle Carceri di Giovanni Battista
Piranesi (1720-1778), incisore, architetto e teorico
dell’architettura italiano, che già in precedenza aveva usato il principio
della tribarra, per rappresentare un’architettura drammaticamente irreale.
Le sue tavole incise, che Escher aveva conosciuto durante il suo
soggiorno romano, ebbero una profonda influenza sulla produzione del maestro
olandese, le cui costruzioni impossibili presentano un evidente debito sia alla
costruzione di Penrose che alle “Carceri” di Piranesi.
In merito all’illusione ottica, che fa oscillare la percezione
dei cubi reversibili tra il concavo ed il convesso e che era già nota ai
Romani, Escher ne fece un uso magistrale nell’opera “Concavo e Convesso” ma
l’illusione ottica generata dai cubi reversibili si trova anche in opere di artisti
suoi contemporanei, appartenenti al movimento della “optical art”.
In particolare Victor Vasarely (1906-1997)
vi fece ricorso nella sua “cinetica visiva”
(plastique cinétique) basata su illusioni ottiche indotte nello spettatore, che
cosi diventa l’unico ed ultimo creatore della percezione artistica.
L’arte di Escher, che le nuove tecnologie digitali sembrano
rincorrere facendone propri i risultati, infatti, non accusa i segni del tempo,
sebbene siano trascorsi quarantanove anni dalla scomparsa del suo ideatore.
REDAZIONE IN24