Francesco Dellerba “Sottosopra”


© Massimo Nardi

Attraverso l’oscurità della storia e l’inganno delle prospettive, l’arte si erge come forza sovversiva, capace di mutare luoghi e ribaltare significati. Con il suo immaginifico portato sovverte i luoghi comuni, le abitudini, le convenzioni, trasformando gli spazi che abita, parafrasando le storie che racconta, incidendo sulle comunità che l’accolgono e l’osservano.


In questo spirito ribelle, costantemente anticonformista, capace di scardinare le ragioni della storia e i punti fermi della geografia, si colloca la nuova personale “Sottosopra” di Franco Dellerba, a cura di Carmelo Cipriani, allestita all’interno dei Rifugi Antiaerei di Monopoli dal 21 aprile al 1 settembre, ideata e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Monopoli in collaborazione con la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Bari.

Testimonianze silenziose di un passato bellico non troppo lontano, reso drammaticamente più vicino dalla diffusa conflittualità del presente. Oltre che a sancire il rifiuto delle belligeranze, passate e attuali, la mostra, ripercorrendo gli ultimi quarant’anni di carriera dell’artista attraverso una ragionata selezione di lavori, costituisce un invito a sostituire la guerra con il gioco, il dramma con la spensieratezza.

Nel suo quotidiano operare Dellerba si appropria di oggetti appartenenti a contesti eterogenei, assai comuni o addirittura residuali, per nobilitarli nella dimensione superiore dell’arte. Le sue opere si distinguono tanto per la loro bellezza quanto per la loro capacità di trasformare lo spazio circostante. Nei lunghi corridoi dei Rifugi, delimitati da fredde sedute, risplendono ora luminarie e chimere. Più che mera successione di opere, l’esposizione si configura come un’esperienza. A renderla tale è la trasformazione di uno spazio pervaso da paura in un luogo dedito allo svago, al sorriso ma anche alla riflessione sul presente.

Ma il sottosopra citato nel titolo si riferisce anche all’inversione dei contesti a cui le opere rinviano: ciò che generalmente è collocato all’aria aperta, come lo zoo, le luminarie, finanche il sole, è ora posto sottoterra. Addentrarsi nei rifugi significa oggi entrare in un mondo sospeso tra cielo e terra, tra realtà e sogno. È l’opportunità per i visitatori di sperimentare un capovolgimento del normale, di ribaltare le paure dell’adulto trasformandole in fantasie da bambino.

Nel sottosuolo le opere di Dellerba danzano sull’orlo dell’abisso e sovvertono le aspettative. Le sue sculture si librano in un limbo tra storia e immaginazione, unendo passato e presente. I suoi colori, le sue luci, le sue creature, frutto di impossibili migrazioni genetiche, si stagliano contro le nude pareti della struttura, permeandole di un’energia che sfida la morte e la distruzione. L’arte di Dellerba si manifesta come un’alternativa alla narrativa della guerra e della violenza, offrendo una visione di speranza, rinascita e trasformazione.

Nota biografica

Franco Dellerba (Rutigliano, 1949)

Selezione mostre: 2021, Castello, Copertino; 2010, Officine Calabrese2004, Galleria Alessandra Bonomo, Roma; 1996, Fiera del Levante, Bari; 1996, Galleria Bonomo, Bari; 1990 Castello Svevo, Bari; 1987, Spazio Immagine, Foligno; 1986, Castello Svevo, Bari; 1983, Galleria Tanit, Monaco di Baviera; 1980, Palazzo della Triennale, Milano; 1980, Galleria Lucio Amelio, Napoli; 1980, Galleria Bonomo, Bari; 1978, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna;