PhEST - Festival internazionale di fotografia e arte IX edizione Tema: IL SOGNO Mostra madrina della IX edizione Man Ray - “La Révolution du regard”
Dal 30 agosto al 3 novembre 2024
torna a Monopoli in Puglia
PhEST - Festival internazionale di fotografia e arte
IX edizione
Tema: IL SOGNO
Mostra madrina della IX edizione
Man Ray - “La Révolution du regard”
Fotografia internazionale
Nariman Darbandi - César Dezfuli - Bruce Eesly -
Ismail Ferdous
Gauri Gill & Rajesh Vangad - Matthias Jung -
Michalina Kacperak - Natalie Karpushenko
Polina Kostanda - Peter Menzel - Richard Sharum - Lisa
Sorgini - Serifa
Valentina Vannicola - Paolo Ventura - Guillem Vidal -
Jan von Holleben
Arte contemporanea
Pier Alfeo - Fabrizio Cicero - Davide Monaldi
Music line-up
Mary Gehnyei - C'mon Tigre - Protopapa
Roma, 2 agosto 2024 – PhEST, il Festival
internazionale di fotografia e arte riconosciuto per la sua capacità di
integrare differenti mondi e visioni, torna ad affascinare il pubblico con una
programmazione immaginifica incentrata sul SOGNO tema chiave
di questa nona edizione con una retrospettiva dedicata a MAN RAY in
occasione del centenario del Manifesto del Surrealismo. 33 mostre e
installazioni di artisti internazionali, un ricco colophon di partnership e
collaborazioni, un’inedita music line-up, un’autorevole presenza di lecturer ed
esperti del settore, una residenza d’artista internazionale, workshop e visite
guidate con artisti che esplorano temi contemporanei e prospettive
globali. Dal 30 agosto al 3 novembre 2024, la città pugliese di
Monopoli diventerà un luogo di dialogo interculturale e le sue strade, le
piazze, i palazzi storici e le antiche chiese offriranno ai visitatori e ai
tanti appassionati un’esperienza immersiva ed onirica.
Il Sogno è il tema centrale della IX edizione di PhEST. Nell’anno in cui si celebrano i 100 anni del
Surrealismo, il cui primo manifesto fu scritto nel 1924 da André Breton,
l’edizione 2024 di PhEST celebra l’onnipotenza del sogno, il gioco
disinteressato del pensiero e lo esplora in tutte le sue forme. Per l’occasione
PhEST vuole rendere omaggio a Man Ray, uno dei massimi interpreti
della poetica surrealista nonché autore di una proposta fotografica in grado di
stravolgere l’impiego del mezzo attraverso una assidua sperimentazione tecnica
e innovativi approdi estetici che cambieranno per sempre la storia della
fotografia. In collaborazione con l’Archivio Storico delle Arti
Contemporanee de La Biennale di Venezia, PhEST espone una selezione di
fotografie originali tratte dalla mostra “Man Ray, testimonianza attraverso la
fotografia” presentata in occasione della Biennale di Venezia 1976. La
selezione delle opere della mostra antologica “La révolution du Regard”, a cura
di Roberto Lacarbonara e Giovanni Troilo, costituisce un piccolo compendio
della vasta esplorazione del medium fotografico, dagli studi sul volto, sul
corpo, sulle forme, alle tecniche di stampa in camera oscura di cui Man Ray fu
pioniere, come la solarizzazione e la rayografia. «Le strade sono piene di
artigiani ammirevoli, ma di pochi sognatori pratici diceva Man Ray, ma
noi quest’anno di sognatori pratici da tutto il mondo riempiremo le strade di
Monopoli». Così dichiara il direttore Artistico Giovanni Troilo.
La mostra avrà sede nel prestigioso Castello Carlo V
ma tutta la città sarà coinvolta nella manifestazione. Sono attese esposizioni
e allestimenti a Palazzo Martinelli, nella Casa Santa e le sue Stalle, nella
Chiesa della SS. Pietro e Paolo e in quella di Sant’Angelo in Borgo, new
entry dell’edizione fresca di restauro. A Palazzo Palmieri, quartier generale
del festival, sarà allestita la Warka Tower. Progettata
dall’architetto Arturo Vittori e presentata alla Biennale di Venezia nel 2012,
la Warka Tower è una struttura alta circa 10 metri che raccoglie acqua
dall’aria tramite condensazione. Costruita con materiali naturali come bambù e
rete di polipropilene, può raccogliere fino a 100 litri al giorno senza
elettricità, offrendo una soluzione sostenibile per comunità in regioni aride.
Tra le vie e le piazze saranno allestite mostre con la
curatela fotografica di Arianna Rinaldo e installazioni con la
curatela per l’arte contemporanea di Roberto Lacarbonara.
Per la fotografia verranno proposte mostre di Nariman
Darbandi, César Dezfuli, Bruce Eesly, Ismail Ferdous, Gauri Gill & Rajesh
Vangad, Matthias Jung, Michalina Kacperak, Natalie Karpushenko, Polina
Kostanda, Peter Menzel, Serifa, Richard Sharum, Lisa Sorgini, Valentina
Vannicola, Paolo Ventura, Guillem Vidal e Jan von Holleben in
residenza artistica. Molti fotografi saranno presenti nei giorni di
inaugurazione per le attese visite guidate dagli artisti.
Per l’arte contemporanea saranno presentate le opere
di Pier Alfeo, Fabrizio Cicero, Davide Monaldi.
Fotografe e fotografi, principianti e mid-career,
avranno l’opportunità di iscriversi alle Letture Portfolio per
far conoscere il proprio lavoro e incontrare alcuni dei più riconosciuti
esperti dei settori della fotografia, arte ed editoria. Hanno già confermato la
propria presenza: Sarah Gilbert, The Guardian; Francesca Marani, PhotoVogue;
Louise Fedotov-Clements, Brighton Photoworks; Maysa Moroni, Internazionale; Carol
Korting, Leica Fotografie Internazionale; Michela
Frontino, Il Fotografo; Wiktoria Michalkiewicz, Rezo.pl.
Intanto sul tema del SOGNO si è appena conclusa con successo
la IV edizione della PhEST Pop Up Open Call, il contest
internazionale promosso insieme a LensCulture, per il quale sono
stati presentati 759 progetti da 62 paesi. Il Premio Internazionale e il Premio
riservato ad un artista residente in Puglia saranno annunciati in occasione
della conferenza stampa di PhEST e si concretizzeranno in due mostre allestite
nell’ambito della manifestazione.
L’inaugurazione di PhEST è il 30 agosto in Piazza Palmieri con il DJ set di Mary
Gehnyei che darà il via a una serie di eventi musicali che porteranno
sul palco e alla console i C’mon Tigre (31 agosto) e Protopapa (1°
settembre).
Regionale di Trenitalia Puglia si conferma, anche quest’anno, vettore ufficiale
della IX edizione della mostra, con tante soluzioni di viaggio offerte.
L’iniziativa rientra fra le attività promosse dal Regionale di Trenitalia in
Puglia per incentivare l’utilizzo del treno per motivi di turismo, svago e
cultura. Chi raggiunge la città adriatica a bordo dei treni regionali di
Trenitalia per visitare la mostra ha diritto a un ingresso ridotto.
Ecco i fotografi internazionali che hanno accolto
l’invito a partecipare alla IX edizione di PhEST:
Nariman
Darbandi - “Desolated Dreams”
www.instagram.com/naridarbandi
L'artista
visivo iracheno Nariman Darbandi crea immagini e video 3D sorprendenti ma
malinconici ispirati ai cliché del cinema occidentale. La sua principale fonte
di ispirazione è l'atmosfera americana che vede nei film e nei programmi TV. Il
suo obiettivo è evocare un senso di nostalgia, meraviglia e curiosità negli
spettatori: trasportarli in tempi e luoghi diversi, suscitando ricordi e
ispirandoli a immaginare nuove storie. In definitiva, per creare una profonda
connessione emotiva che risuona e indugia con lo spettatore.
César Dezfuli -
“Passengers”
World Press
Photo Award nel 2023, César Dezfuli è un giornalista e fotografo documentarista
ispano-iraniano specializzato in migrazione e diritti umani su scala
internazionale. Nel 2017 PhEST presenta i ritratti che Dezfuli realizza l’anno
prima fotografando 118 persone che furono salvate da un gommone alla deriva a
20 miglia nautiche al largo delle coste libiche. Ora, in “Passengers”, Dezfuli
rintraccia molti tra i 118 passeggeri per scoprire perché hanno lasciato i loro
paesi, cosa hanno vissuto lungo la rotta migratoria e come hanno continuato a
vivere dopo essere stati salvati in mare.
Bruce Eesly -
“New Farmer”
readymag.website/newfarmer/pamphlet
Bruce Eesly,
artista visivo e giardiniere, vive e lavora in Germania su fotografie, archivi
e immagini generate artificialmente. Il suo lavoro mescola realtà e finzione
per distorcere le narrazioni storiche comunemente accettate. È interessato allo
status della fotografia nell’era dell’intelligenza artificiale e al suo ruolo
nel plasmare il nostro rapporto con il mondo naturale. “New Farmer” si presenta
come una raccolta di fotografie documentarie degli anni '60 che sembrano
ribadire la storia di successo della Rivoluzione Verde: la manipolazione
genetica crea nuove varietà di colture che si traducono in raccolti più
grandi e migliori. Man mano che la storia si svolge, tuttavia, si percepiscono
delle incoerenze e le immagini diventano assurde.
Ismail Ferdous
- “Sea Beach”
www.instagram.com/ismailferdous
Vincitore del
Leica Oskar Barnack Award 2023, Ismail Ferdous è un fotografo del Bangladesh
che vive a New York. Da bambino trascorreva le vacanze con la sua famiglia
sulla Cox's Bazar Beach nel Golfo del Bengala. Con “Sea Beach” torna in quei
luoghi e per quattro anni scatta immagini che rievocano i suoi ricordi e
indagano l’attualità del consumismo e del cambiamento climatico.
Gauri Gill
& Rajesh Vangad - “Fields of Sight”
Gauri Gill è
una fotografa indiana che fa uso della fotografia come pratica della memoria.
Rajesh Vangad è un erede dello stile pittorico Warli ed è noto per le sue opere
al Craft Museum di Nuova Delhi e al Tata Memorial Hospital e all'aeroporto
internazionale di Mumbai. In “Fields of Sight” le fotografie di Gill, inscritte
dai disegni di Vangad, riconfigurano i paesaggi suggerendo aspetti vitali di ciò
che non era evidente alla vista.
Matthias Jung -
“Esperanto” (selezionato tra i partecipanti al
PHMuseum Grant)
Matthias Jung è
un fotografo tedesco che con “Esperanto” racconta la storia di una piccola
regione del Belgio che, poco prima della prima guerra mondiale, voleva
affermarsi come stato indipendente e fare dell’Esperanto la sua lingua
nazionale. Oggi, proprio sul confine tra la parte francofona e quella
fiamminga, in una zona appartenuta alla Prussia, all’Impero tedesco, al Belgio
e alla Francia, si trova un’area speciale di lingua tedesca con un proprio
governo e un'ampia autonomia.
Michalina
Kacperak
L’artista
polacca Michalina Kacperak nella sua pratica fotografica lavora sia come
documentarista che come artista. La parte più importante del suo lavoro è
dedicata a storie personali e complesse che trattano temi legati all'infanzia,
alla memoria, all'esclusione sociale e all'identità. “Soft Spot” è una storia
personale che racconta la storia di molti altri. Michalina è la maggiore di
quattro figlie di padre alcolizzato, attualmente sobrio. La loro infanzia è
stata una lotta costante contro la solitudine, l’instabilità, la mancanza di
intimità e un perenne senso di colpa. Soft Spot è un progetto collaborativo,
iniziato con la sua sorellina, sedici anni più giovane.
Natalie
Karpushenko - “Where Dreams May Come”
https://www.natalie-karpushenko.com
Artista,
fotografa e ambientalista, Natalie Karpushenko, nata in Kazakistan, lavora su
due grandi temi: la natura e l’elemento umano. Per la prima volta in Italia, le
immagini sognanti di Natalie Karpushenko sono esposte come simbolo del loro
legame. Nelle sue immagini si percepisce la fluida armonia di luce che illumina
la bellezza, la profondità e la potenza del mare.
Polina Kostanda
- “Polly in Wonderland”
Polina
Kostanda, artista ucraina, ha abbracciato il potere dell'intelligenza
artificiale per creare arte visiva stimolante e in grado di espandere la mente.
Le opere d’arte risultanti non sono semplici immagini digitali. Sono portali
verso nuovi luoghi della percezione che invitano gli spettatori a mettere in
discussione la loro comprensione della realtà e ad abbracciare le possibilità
illimitate dell'immaginazione umana.
Peter Menzel -
“Material World: A Global Family Portrait”
All'inizio
degli anni '90, il fotoreporter Peter Menzel iniziò a fotografare 12 famiglie
in diversi paesi del mondo per documentare e confrontare i loro stili di vita
medi e rivelare visivamente tutto ciò che possedevano. Il progetto, che
comprendeva altre 18 famiglie fotografate da colleghi fotogiornalisti, è
diventato il libro “Material World: A Global Family Portrait”.
Serifa - “Every
Day Art”
www.serifa.com
I ritratti mutanti e metamorfici, prodotti
in ambienti autogenerativi e facendo ricorso a modelli post-fotografici,
attingono a un immaginario underground e hip-hop, alludono alla cultura
giapponese non senza trascurare le forme della statuaria classica e della
pittura rinascimentale, pur avvertendo la provenienza dal brutalismo della
figurazione selvaggia di autori come Baselitz o Lüpertz. Una collisione tra
modelli differenti che alimentano l’intelligenza artificiale e che conducono a
esiti totalmente imprevedibili, imperfetti e deformi, incompleti e
rovinosi.
Richard Sharum
- “Of Thee I Sing. An American Series”
Richard Sharum
è un fotografo editoriale e documentarista texano. La mostra include le
immagini di tre progetti. “Spina Americana” si concentra su un’area geografica
degli Stati Uniti, conosciuta come “fly-over zone”, nel tentativo di offrire
una chiave per comprendere meglio gli elementi unificanti del popolo americano.
“American Homicide” e “American Avenue” fanno luce sugli aspetti più violenti
della società americana e sui problemi della povertà e dei senzatetto.
Lisa Sorgini -
“Terra Madre”
Lisa Sorgini,
nota per la sua ricerca di storie e immagini di maternità, si concentra sui
ruoli legati alla cura, sulle relazioni materne e familiari e indaga le
percezioni e i costrutti della società, spesso in netto contrasto con
l’esperienza vissuta. La fotografa australiana ai Tamburi, il quartiere più
duro e spietato di Taranto, trova davanti a sé madri guerriere che nutrono e
proteggono, che vivono il momento, lo rendono più carico d’amore, sicurezza e
dolcezza possibili, e che oltre le “colline avvelenate” sanno guardare.
Stabilisce un contatto potente e profondo con questi fiori d’acciaio, aderisce
al loro battito, consegna la realtà che ha visto, la consegna intatta, vivida,
indomita. Le sue fotografie sono come i tatuaggi delle madri dei Tamburi,
s’imprimono nella carne, e non se ne vanno.
Valentina
Vannicola - “La Processione mistica”
www.valentinavannicola.it/la-processione-mistica
Valentina
Vannicola si laurea con una tesi in Filmologia presso l’Università La Sapienza
di Roma e successivamente si diploma alla Scuola Romana di Fotografia. La sua
intera pratica artistica è riconducibile al genere della staged photography.
“La Processione mistica” è un’opera fotografica che si ispira alla processione
descritta da Dante nel XXIX Canto del Purgatorio. L’opera, il cui originale
lungo 7 metri è stato acquisito dal Museo MAXXI di Roma, è stata realizzata da
Valentina Vannicola ispirandosi alla Divina Commedia di Dante Alighieri.
Paolo Ventura -
“Short Stories”
www.paoloventura.com/short-stories-2012-2015
Paolo Ventura è
nato a Milano dove si afferma come fotografo di moda, di design e di paesaggio.
Decide poi di abbandonare la fotografia commerciale e, in un piccolissimo
studio a Brooklyn, inizia a ricostruire dei diorami sulla Seconda Guerra
Mondiale, basandosi sulle storie raccontate dalla nonna materna. Le “Short
Stories” sono un ciclo di opere senza tempo realizzate nel suo studio di
Anghiari, in Toscana, dove l’artista ha costruito un piccolo palcoscenico
mettendo in scena brevi e poetiche storie per immagini. Un lavoro “teatrale”:
storie di guerra, magia, abbandono. Per PhEST Ventura ha costruito anche delle
silhouette in grandezza naturale di alcuni personaggi delle storie ed esporrà i
fondali originali, i costumi e alcuni bozzetti preparatori.
Guillem Vidal -
“Forgotten Playground”
www.ignant.com/2020/06/16/guillem-vidal-photographs-the-forgotten-playgrounds-invaded-by-nature/
Guillem Vidal
utilizza il linguaggio fotografico per sviluppare il suo lavoro personale, che
si sviluppa prevalentemente nel campo del paesaggio. In esso mostra
l'intervento umano nell'ambiente naturale come generatore di paesaggio e,
soprattutto, la lotta della natura per invertire questo intervento. I parchi
giochi abbandonati sono una metafora dell'oblio: di quella incapacità
caratteristica della fase adulta della vita umana, quella in cui il ludico
resta solo come un ricordo. Questi spazi di gioco, per bambini o adulti,
vengono invasi dalla natura nel lento processo della sua trasformazione in
rovina.
Jan von
Holleben - “All Humans Be Cats”, Residenza d’artista PhEST 2024
PhEST
racconterà i sogni e le aspirazioni dei bambini monopolitani con il
progetto All Humans Be Cats, realizzato in residenza
artistica da Jan von Holleben, fotografo tedesco di fama
internazionale che dedica gran parte della sua ricerca al concetto di “homo
ludens”, un mix di teoria pedagogica e personali esperienze di gioco e ricordi
d’infanzia. Il progetto di residenza ha coinvolto 800 bambini dei 4 Istituti
Comprensivi di Monopoli che in questi mesi hanno proposto i loro sogni per poi
trasformarli in divertenti e allegorici scatti fotografici con i bambini
protagonisti. Il progetto fotografico sarà esposto al Porto Vecchio di Monopoli
per tutta la durata del festival. Anche gli 800 disegni dei bambini e delle
bambine di Monopoli saranno presentati al pubblico. Nato nel 1977 e
cresciuto nella campagna della Germania meridionale, Jan von Holleben ha
vissuto gran parte della sua giovinezza in una comune alternativa. All’età di
13 anni, ha iniziato la carriera fotografica sperimentando ogni sorta di
“trucco magico” e sviluppando così la sua immaginazione. Dopo aver proseguito
gli studi sull’insegnamento ai bambini con disabilità presso la Pädagogische
Hochschule di Friburgo, si è trasferito a Londra, immergendosi nella scena
fotografica londinese, dove ha lavorato come direttore artistico e direttore della
fotografia. Nel 2007 si è trasferito a Berlino. Gran parte dei suoi lavori
fotografici si concentrano sul concetto di “homo ludens” - l'uomo che impara
attraverso il gioco. Il lavoro di Jan von Holleben è stato esposto a livello
internazionale. Vive e lavora a Parigi dal 2022.
L’Arte Contemporanea sarà invece rappresentata dalle
opere di alcuni dei più interessanti artisti italiani:
Pier
Alfeo - “LAPSE [The time during which something continues]”
www.pieralfeo.com
Grazie alla collaborazione con l’Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare, l’opera LAPSE ha accesso in tempo reale ai
segnali provenienti dagli idrofoni di un telescopio per neutrini sottomarino
potentissimo installato al largo di Portopalo di Capo Passero nella regione più
a sud della Sicilia. Focalizzando l’attenzione sul fenomeno massivo
dell’inquinamento acustico di origine antropica – causa di estremi disagi e
devastazioni negli ecosistemi marini – la videoinstallazione traduce i segnali
acustici sottomarini in “materia digitale”, restituendo flussi di punti in un
ambiente tridimensionale che reagiscono alle sollecitazioni dei paesaggi sonori
subacquei.
Fabrizio
Cicero - “Tutto è compiuto”
www.instagram.com/studio.cervo
La residenza
condotta dall'artista negli spazi della Chiesa di Sant'Angelo porta alla
realizzazione di un intervento site specific in cui ricorrono
le forme di folklore della cultura popolare, i simboli, i riti, i costumi e le
convenzioni sociali. Attraverso l’impiego di luminarie, immancabilmente
presenti nell’apparato decorativo di strade e piazze del Mezzogiorno, l’artista
riscrive i codici della festa evitando di incorrere nell’utilizzo dell’oggetto
in termini di decoro, scritta o design – come spesso accade nel contesto
dell’arte contemporanea – e riflettendo, invece, sull’idea di eccesso,
massificazione o alterazione della ritualità. Ispirandosi a un caso di crolli e
gravi danneggiamenti delle luminarie patronali – realmente accaduto in Salento
nel 2023 in occasione di un violento nubifragio – Cicero predilige una forma
illeggibile dell’apparato installativo, puro ammasso informe di moduli
distribuiti nello spazio centrale dell’edificio, alludendo da un lato a un
sentimento collettivo e diffuso di precarietà e incertezza, dall’altro alla
necessità di stabilire un nuovo ordine nel caos e nella molteplicità, a partire
dal recupero di forme e tradizioni identitarie.
Davide Monaldi
- “Terracielo”
Nelle sculture
in ceramica smaltata di Monaldi – elaborate su pannelli e targhe alla maniera
dei rilievi storici romani, dei sarcofagi classici e delle centauromachie
michelangiolesche; oppure come fregi ornamentali sulla superficie di alti vasi
ovoidali – ricorrono soggetti raffigurati con linee morbide e stilizzate, a
metà strada tra il fumetto e il disegno d’infanzia, eredità di un esordio
artistico nel campo dell’illustrazione. Recuperando la tradizione iconografica
dei bestiari medievali e l’immaginario estetico fiammingo, caratterizzato da
radunati affollamenti e una visionarietà onirica, l’artista produce una
simbolica commistione tra esaltazione orgiastica, estasi sessuale, innocenza
paradisiaca e decadenza, lussuria, contagio.
La line-up
musicale sarà composta da:
Mary Gehnyei, nata a Roma
di origini liberiane, inizia la sua avventura musicale come vocalist in alcuni
dei più noti club per poi affermarsi come dj con un interessante ed eclettico
background musicale, dove confluiscono varie influenze, dall’Hip Hop alla
Techno Detroit.
C’mon Tigre, un duo che
prende ispirazione da culture, tradizioni e forme d’arte differenti con l'idea
di oltrepassare i confini e di tradurre la propria musica in un'esperienza
visiva, collaborando con alcuni dei più talentuosi illustratori, fotografi ed
artisti di tutto il mondo.
Protopapa è un
punto di riferimento della musica elettronica e della vita notturna in Italia.
Nato in Salento ma di casa a Milano, ha lavorato come resident dj, direttore
artistico, soundtrack artist per marchi di moda, tv, club, spettacoli teatrali,
adv e video d’arte.
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PhEST -
Festival internazionale di fotografia e arte
IX edizione
30/08-03/11
2024
Monopoli,
Puglia
IG:
@_phest_
FB: @PhESTSeeBeyondTheSea
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PhEST - See Beyond the Sea, prodotto e promosso dall’associazione culturale
PhEST, con sostegno
di Regione Puglia, PugliaPromozione, Teatro Pubblico
Pugliese e del Comune di Monopoli.
Media Partner: Il Giornale
dell’Arte, Sky Arte
Partner:
Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, UniBA – Università
per gli studi Aldo Moro di Bari
Official
carrier: Trenitalia
Partner
culturali: LensCulture, Leica Akademie Italy, PhMuseum, Il Fotografo, FIAF
Sponsor: Torre Coccaro, Cantine San Marzano
PhEST - festival internazionale di
fotografia e arte è nato
nel 2016 a Monopoli in Puglia da un’idea di Giovanni Troilo, direttore
artistico del festival, e di Arianna Rinaldo, cui è affidata la curatela
fotografica. Con la direzione organizzativa di Cinzia Negherbon. PhEST è
fotografia, cinema, musica, arte, contaminazioni dal Mediterraneo. Un modo per restituire
voce propria alle mille identità che compongono il mare in mezzo alle terre,
ridefinendo un nuovo immaginario.
Mila Uffici Stampa
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